Il TETTO VERDE e/o giardino pensile rappresenta uno di quei campi di applicazione, nel quale il progettista, la committenza e successivamente le imprese esecutrici, devono considerare contemporaneamente numerose problematiche di varia natura: strutturali (impossibilità di caricare eccessivamente il solaio con il terreno…), di tecnica costruttiva, paesaggistiche ed agronomiche (il tetto verde infatti deve essere in grado di garantire l’attecchimento, lo sviluppo e la durata nel tempo delle essenze vegetali scelte e per questo è necessario ricostruire le condizioni biologiche naturali in un ambiente artificiale) oltre che logistiche (difficoltà di trasportare i materiali sul tetto…). Proprio per i numerosi ostacoli che si incontrano diventa di fondamentale importanza la scelta dei materiali idonei, sia da un punto di vista strutturale ed agronomico sia da un punto di vista di reperibilità e lavorabilità.
Per aiutare i tecnici nella progettazione e i committenti a rendersi consapevoli delle scelte fatte è stata redatta la Norma UNI 11235:2015 con le “Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde” che, tra le altre cose, indica quali sono i requisiti che devono avere i materiali da impiegare per realizzare i vari strati di coltivazione come ad esempio drenaggio equilibrato, portanza-durabilità, leggerezza e fertilità, che siano reperibili e lavorabili con facilità.
Tra i vari materiali citati nella norma, certamente hanno un ruolo da protagonisti gli INERTI VULCANICI, come POMICE, LAPILLO ed i suoli fertili VULCAFLOR, grazie alla loro particolare struttura porosa che ci ha regalato la natura.
La POMICE presenta una struttura alveolare dove gli spazi di solido occupano mediamente solo il 30% del volume della roccia. Il resto dello spazio è costituito da circa il 35% di porosità capillare, occupata per la maggior parte da acqua, e per il resto da pori di diametro superiore nei quali è in grado di circolare l’aria.
In conclusione possiamo dire che la pomice è caratterizzata da:
• superficie specifica più elevata
• maggiore capacità di scambio cationico C.S.C. (che rappresenta la quantità di cationi, espressa in milligrammi equivalenti per 100 grammi di substrato, che un substrato può assorbire per scambio ionico a pH 7)
• ritenzione idrica elevata
• una maggior leggerezza
• origine naturale ed ecologica
Il LAPILLO ha struttura più densa nella quale la porosità totale non supera il 50% del volume ed è caratterizzata dalla prevalenza di alveoli di maggiore dimensione. Il lapillo è dotato di:
• maggiore macroporosità determinante per la circolazione dell’aria
• buona resistenza meccanica
• presenza di microelementi disponibili per la pianta.
VULCAFLOR è un suolo fertile, pronto, di facile stesura, esente da sostanze tossiche, pericolose, da semi di infestanti che costituisce un substrato ideale per la costruzione di tetti verdi, fioriere ed ogni tipo di realizzazione a verde che consente di mettere a dimora dal tappeto erboso a piante di maggiori dimensioni.
In funzione del tipo di rinverdimento (estensivo o intensivo) e della portanza della copertura è possibile optare per l’utilizzo di Vulcaflor Intensivo, Vulcaflor Estensivo o Vulcaflor Light.
Per le loro caratteristiche, gli INERTI VULCANICI (Pomice e Lapillo) ed i suoli fertili VULCAFLOR, con semplici e adeguati sistemi costruttivi possono conferire alla superficie contemporaneamente:
Substrato vulcanico Vulcaflor per giardino pensile.
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Sistema Vulcaflor per tetti verdi. Tetto verde di 20.000 mq: Lapillo Vulcanico come materiale drenante e Vulcaflor come substrato fertile per prato ed arbusti
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